A Zhovanka, una frazione di Zaitseve, quel che resta della popolazione viene chiamato a raccolta. È in arrivo una rappresentante delle Nazioni Unite, tutti devono venire ad ascoltarla.
Questo gruppo di case si trova proprio a cavallo della linea del fronte, tra i ribelli del Donbass e la zona controllata dall’esercito regolare ucraino.
L’arrivo dell’assistente amministrativa è fondamentale per questo villaggio, li aiuta nelle pratiche, anche per qualche trasporto:
“Ci ha aiutati moltissimo. Perché eravamo tagliati fuori qui. Nessuno viene da noi, e non potevamo andare da nessuna parte”.
Tamara Timofeevna arriva con una delle sue figlie e due nipotine. In lontananza si sentono degli spari. Spiega le difficoltà della vita nel villaggio:
“Non abbiamo elettricità. Sparano. E non abbiamo corrente, nè carbone o legna”.
Che fare, se gli spari si avvicinano? La nipotina ha le idee chiare:
“Corro fino all’angolo e mi nascondo”.
Un’altra abitante osserva tristemente i danni subiti dalla sua casa nelle ultime settimane. In due anni e mezzo di conflitto in Ucraina sono morte più di 9.000 persone. C‘è una tregua, sostanzialmente rispettata. Ma non è vera pace, e per i civili non è vera vita.