Violenti scontri fra migranti e polizia in Bulgaria. È successo nella città meridionale di Harmanli. La scintilla è stata che, due giorni prima, il centro di accoglienza locale era stato messo in quarantena in seguito a una campagna di stampa che segnalava malattie della pelle trasmissibili fra i residenti.
Notizie false, diffuse per creare artificialmente tensione, secondo l’Agenzia per i rifugiati bulgara. Il confinamento era stato comunque deciso, viste le proteste della popolazione locale.
I manifestanti hanno tra l’altro danneggiato il refettorio del centro e hanno dato fuoco a pneumatici, materassi e mobili.
Filo spinato contro i migranti
La Bulgaria ha messo il filo spinato al confine con la Turchia e ha rafforzato i controlli alle frontiere per impedire l’afflusso di migranti illegali. 17.000 di loro sono stati arrestati nei primi 10 mesi dell’anno, un terzo in meno rispetto a un anno fa, il che fa pensare a un minore afflusso.
Ma i nazionalisti bulgari sono comunque scesi in piazza varie volte nei mesi scorsi, chiedendo la chiusura immediata di tutti i centri e l’espulsione dei migranti presenti nel paese.
Il loro argomento è che la Bulgaria, il paese più povero dell’Unione europea, non può permettersi di sostenere l’immigrazione.