Facce tirate e parole dure sotto una verniciatura di contegno diplomatico. La visita ad Ankara del ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier ha messo allo scoperto la distanza fra la Turchia e l’Unione europea. Sono lontanissimi i tempi in cui il paese studiava per essere accolto a Bruxelles.
In conferenza stampa, con accanto l’omologo Mevlut Cavusoglu, Steinmeier ha detto:
La risposta alla domanda se la Turchia stia prendendo la direzione dell’Europa e dell’Unione europea o se ne stia allontanando non può essere cercata in Europa o nelle capitali europee. Solo i turchi possono rispondere a questa domanda.
Mevlut Cavusoglu risponde punto sul vivo:
Non ci meritiamo di essere trattati così, Come Frank-Walter Steinmeier ha detto chiederemo ai nostri cittadini e saranno loro a decidere sull’adesione all’Unione. Ne abbiamo abbastanza di questo atteggiamento condiscendente, ne abbiamo veramente abbastanza. I criteri sono chiari ma c‘è un doppio linguaggio e questo non ci piace.
Rapporto non oggettivo
Eppure poco prima il capo diplomazia, nonché presidente tedesco in pectore, aveva detto di essere contrario all’interruzione pura e semplice dei negoziati di adesione della Turchia.
Ma il giro di vite sulle libertà fondamentali che ha fatto seguito al fallito colpo di stato contro il premier Recep Tayyip Erdogan ha inasprito ancor di più relazioni già tiepide fra Bruxelles ed Ankara, che ha respinto come non oggettivo, l’ultimo rapporto annuale europeo sullo stato dei negoziati con la Turchia.