Rivendicano il “diritto a respirare” e invitano il governo ad agire migliaia di residenti che a Nuova Delhi hanno protestato contro l’emergenza smog. Le autorità hanno deciso di chiudere le scuole per tre giorni e vietare per cinque giorni i cantieri. Per la prima volta alcune particelle sottili nell’atmosfera hanno superato di dieci volte i valori raccomandati dall’Organizzazione mondiale della Sanità.
“Sono trent’anni che vivo a Nuova Delhi e non ho mai vissuto nulla del genere. Se uno si trova al piano terra è meglio, ma al terzo o al quarto deve fare tre passi indietro”, dice un dimostrante.
“Le persone devono sapere che i nostri figli soffrono, che tutti stiamo male. I nostri figli non possono stare all’aria aperta, arrampicarsi sugli alberi, facciamo grandi parchi per farli giocare nelle scuole dove poi non possiamo mandarli. Ci sono giorni rossi in cui i bambini restano chiusi a casa o prigionieri dietro le maschere”, aggiunge una donna.
After #Delhi and #Lahore, heavy #smog hits #Beijing where all school outdoor activities are banned. pic.twitter.com/z4y9VDWAx7— Wali Zahid (@walizahid) 4 November 2016
Ad aggravare lo stato di salute dell’aria c‘è stato anche il fumo prodotto dai fuochi artificiali per celebrare la recente Diwali, la “Festa delle luci” che equivale al Natale occidentale. L’inquinamento è causato soprattutto dall’uso indiscriminato dei combustibili fossili e in inverno aumenta a causa degli incendi appiccati nei campi agricoli per pulirli. Ogni anno lo smog fa nel mondo 5 milioni e mezzo di vittime: oltre la metà in India e Cina.