Decine di migliaia di musulmani radicali hanno manifestato nelle strade di Jakarta contro
il governatore Purnama, chiedendo che venga formalmente accusato di blasfemia per aver criticato i suoi detrattori, che avevano usato dei riferimenti a versetti
coranici.
La protesta, che secondo la polizia ha raccolto 50mila persone e ha paralizzato il centro di Jakarta, è rimasta pacifica ma preoccupa le autorità per il suo potenziale di riaccendere le tensioni etniche e religiose nel Paese a maggioranza musulmana, dato che Purnama – soprannominato “Ahok” è un cristiano appartenente alla minoranza di etnia cinese.
“Se Ahok non è dichiaratto inquisito come noi chiediamo, domandiamo ai musulmani in tutta l’Indonesia di fare iniziative nelle loro regioni. Non ci fermeremo visto che ci siamo organizzati per un movimento che possa durare alcuni giorni”.
Purnama, che intende ricandidarsi a governatore il prossimo febbraio ed era il vice dell’attuale presidente Joko Widodo quando questi era governatore di Jakarta, è stato preso di mira dalle frange islamiche più radicali per il suo essere non musulmano, e in quanto tale non degno di esercitare il potere su una popolazione devota ad Allah. Anche se nel Corano nulla vieta che un non-musulmano abbia autorità politica o amministrativa su di un musulmano.