A cinquant’anni esatti dall’alluvione che mise in ginocchio Firenze, una delle opere più importanti e più danneggiate, l’“Ultima Cena” di Giorgio Vasari, ha fatto ritorno al luogo in cui si trovava allora, la Basilica di Santa Croce. Finora si trovava all’Opificio delle Pietre Dure, dove era stata mostrata un paio d’anni fa, a restauro praticamente completato.
All’evento ha preso parte a sorpresa anche Matteo Renzi, inizialmente non previsto dal programma. Il capo del governo, a Firenze per partecipare alla Leopolda del PD e per firmare anche il patto tra comune fiorentino e governo, ha ringraziato gli “Angeli del fango”, i volontari che vennero da ogni parte d’Italia e non solo per aiutare a salvare l’immenso patrimonio artistico fiorentino.
C’era anche questa docente olandese di storia dell’arte:
“Eravamo continuamente impegnati nell’asciugatura di carte e libri, volumi antichi, ma ho anche ripulito delle sculture. Anche nella Cripta di Santa Croce… era piena di gasolio”.
Nell’alluvione morirono 47 persone, 35 nella sola provincia di Firenze. Migliaia gli sfollati. Alle celebrazioni del cinquantesimo ha preso parte anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha parlato del passato per parlare del presente e del futuro: “insieme ce la faremo”, ha detto, rivolgendosi ai terremotati.