Trecento milioni di bambini nel mondo, uno su sette circa, respirano aria tossica e di mala aria 600 mila muoiono ogni anno.
Il rapporto Unicef “Puliamo l’aria per i bambini”, mostra per la prima volta quanti bambini sono esposti all’inquinamento esterno e dove vivono in tutto il mondo.
Le aree più interessate sono quelle di Paesi a basso reddito, tra le altre c‘è il sud est asiatico, dove si trova il numero più alto di bambini a rischio, l’Africa el’area del Pacifico e dell’estremo oriente.
È chiaro che i bambini sono molto più sensibili all’inquinamento rispetto agli adulti.
Questa bimba vive in Mongolia e l’aria che respira lascia molto a desiderare:
“Quando vado a scuola, la mattina, c‘è sempre una sorta di nebbia. Nell’attraversare la strada, non posso dire se il semoforo è rosso o verde. E lo smog irrita la gola”.
L’Unicef invita tutti i Paesi a rispettare le linee guida globali sulla qualità dell’aria dettate dall’Organizzazione mondiale della sanità e per raggiungere questo obiettivo chiede di ridurre le combustioni di carburanti fossili e dare una propulsione alle energie rinnovabili.
Atra priorità è quella di ridurre al minimo l’esposizione dei bambini.
Le fonti di inquinamento come le industrie, si legge nel rapporto, non dovrebbero essere collocate vicino alle scuole e ai parchi giochi, mentre una migliore gestione dei rifiuti può ridurre la quantità di rifiuti bruciati all’interno delle comunità.
I dati vengono diffusi a una settimana dal via della conferenza sul clima Cop22 di Marrakesh, in Marocco, cui
l’Unicef chiede di prendere misure urgenti per ridurre l’inquinamento atmosferico.