Un faccia a faccia che doveva convincere i leader di Scozia, Galles e Irlanda del Nord a lavorare con il governo di Londra sull’iter che porterà la Gran Bretagna fuori dall’Ue. Invece la premier britannica Theresa May ora ha una preoccupazione in più: la leader scozzese Nicola Sturgeon ha bocciato l’incontro senza mezzi termini.
“Abbiamo avuto un scambio di vedute molto diretto. E non mi faccio problemi ad ammettere che la riunione è stata profondamente frustrante”, ha dichiarato la Sturgeon. “Circa l’approccio del governo britannico alla Brexit non posso dire di saperne di più rispetto a prima. Certo non posso parlare per le altre amministrazioni decentrate ma la frustrazione è condivisa da tutti.”
Mentre la leader nazionalista scozzese minaccia un secondo voto d’indipendenza per la Scozia, il primo ministro gallese Carwyn Jones parla di “sfida colossale”. Presente anche il primo ministro nordirlandese Arlene Foster e il suo vice Martin McGuinness.
Intanto la May promette che inizierà entro fine marzo i negoziati per la Brexit, senza, tuttavia, indicare la sua strategia e limitandosi a dire che la priorità è ridurre l’immigrazione. Il mini-summit a quattro arriva dopo l’annuncio, da parte di alcune tra le maggiori banche, di un imminente addio alla City, proprio a causa della Brexit, che potrebbe essere perfezionato a partire dai primi mesi del 2017.
PM: Working together the UK nations will make a success of leaving the EU & further strengthen our own unique union https://t.co/oQrHgCxEAD— UK Prime Minister (@Number10gov) 24 ottobre 2016