Si tratta tra Londra e Parigi sul destino di almeno 1300 minori non accompagnati residenti nel campo di Calais.
La Gran Bretagna si è impegnata ad accogliere intanto coloro che abbiano legami familiari nel Regno Unito, ma le autorità francesi lamentano ritardi e poca collaborazione.
“E’ come stare sul sedile dei passeggeri in un’auto che lentamente si avvicina al precipizio. Sapevamo che sarebbe stato demolito, sappiamo che l’ultima volta che si è fatta una cosa del genere si sono persi 126 minori, e sappiamo che stavolta potrebbe essere perfino peggio”.
Una situazione che preoccupa le associazioni per la tutela dei diritti dei minori.
“Questi ragazzi verranno seguiti da personale dei servizi sociali, e verranno accolti in case rifugio. In molti casi sono soluzioni dell’ultimo minuto. E’ positivo che il governo abbia cambiato posizione, ma è tardi ormai, e dobbiamo essere sicuri che nessun minore resti indietro”.
Sin dall’inizio delle operazioni di evacuazione gli operatori sociali hanno lamentato la mancanza di informazioni chiare da parte delle istituzioni sui tempi e i modi del trasferimento dei minori.