La nona divisione dell’esercito iracheno ha lanciato una nuova offensiva per conquistare i territori a sud-ovest di Mosul, ritenuti quasi disabitati, ma i miliziani
dell’Isis hanno disseminato le strade e i villaggi di avvicinamento a Mosul, dove i jihadisti sono arroccati con camion bomba, cecchini e mine.
I jihadisti avrebbero anche giustiziato 284 persone. Inizialmente avrebbero dovuto essere usate come scudi umani. Secondo i servizi segreti sarebbero state tutte uccise e i loro corpi gettati in fosse comuni.
La bandiera irachena sventola sulla chiesa di Bartella, uno dei principali villaggi
cristiani a una decina di chilometri a sud-est di Mosul.
Gli iracheni non si attendevano una resistenza come quella che Daesh ha deciso di offrire. Isis ha dato fuoco alle scorte di zolfo vicino a Mosul, creando una nube nociva che mette in pericolo i civili e le forze della coalizione, costrette a indossare machere antigas. Perché il diossido di zolfo è tossico e può essere letale. I timori degli strateghi sono stati dunque confermati dal comportamento strategico degli uomini in nero che non potendo competere sul piano strategico e logistico, hanno deciso di combattare una guerra sporca al fine di provocare quante più perdite possibili al nemico lasciando terra bruciata nei territori perduti.