Ci sono molti più bambini, rispetto ai numeri delle statistiche ufficiali, che muoiono accidentalmente a causa di colpi di arma da fuoco. Un dato che racconta il volto nascosto della crescita a dismisura della vendita di armi negli Stati Uniti.
Ne è un esempio il caso di Bryon Mees-Hernandez, un bambino di 4 anni, rimasto ucciso per essersi sparato alla testa con una pistola trovata sotto il letto dei nonni.
Il problema è che non si tratta solo di armi che entrano in possesso di bambini e che loro usano contro se stessi, ma anche di armi utilizzate contro un altro coetaneo. E’ avvenuto in Louisiana nel maggio 2015. Cameron Price, 4 anni è morto quando suo fratello di 6, ha raccontato di “aver premuto il bottone sbagliato” di una pistola che si trovava nella camera di un motel.
Oggi è una ricerca realizzata da Associated Press e Usa Today a rivelare le dimensioni reali del fenomeno. Tra il gennaio 2014 e il giugno 2016 sono morti 326 bambini a causa di spari involontari.
Un dato nettamente superiore rispetto a quello delle statistiche federali. Nel 2014 il CDC il centro per la prevenzione e il controllo delle malattie aveva parlato solo di 74 casi, rispetto ai 113 riportati da Ap e Usa Today.
A Gennaio di quest’anno il Presidente Obama aveva ricordato la neccesità di introdurre una stretta sul controllo della vendita di pistole e fucili, spiegando che l’America non può più aspettare. Proposta che il Congresso che secondo Obama “è tenuto ostaggio dalle lobby”, ha poi bocciato. Argomento questo caro anche alla Clinton che ne ha fatto un suo cavallo di battaglia durante la campagna elettorale, scagliandosi contro la NRA, l’associazione che sostiene la vendita delle armi ai privati.
“Lo sappiamo che la lobby delle armi è potente, credo sia la più potente a Washington. E sappiamo che certi candidati farebbero il possibile per farla contenta”
Il riferimento è all’avversario Donald Trump. La NRA intanto risponde facendo appello, nelle parole del vicepresidente Wayne Lapierre, ai 100 milioni di americani proprietari di armi, invitandoli ad ostacolare la vittoria della candidata democratica nella corsa alla Casa Bianca.