Tensione tra Mosca e Parigi a causa delle diverse posizioni sulla guerra in Siria

2016-10-11 2

La Francia è diventato l’avversario principale della politica russa in Siria. Deciso a porre fine alla tragedia di Aleppo, il capo della diplomazia francese, Jean-Marc Ayrault ha gradualmente indurito i toni nel dialogo con Mosca. Pur considerando la Russia “un paese partner e non un avversario”, come lui stesso ha chiarito.

Il Ministro degli Esteri francese non ha smesso di esercitare pressione nel confronto diplomatico. Dopo l’incontro a Mosca di giovedì, parlando da Washington a fianco di John Kerry, ha ribadito l’intenzione di voler indirizzare la risoluzione sul cessate il fuoco ad Aleppo, soprattutto alla Russia.

“Domani avremo un momento di verità”, ha detto Ayrault, “e sarà rivolto a tutti i membri del Consiglio di Sicurezza. Volete si o no il cessate il fuoco ad Aleppo?. La domanda viene posta soprattutto ai nostri partner Russi, come ho spiegato ieri a Sergey Lavrov”.

I tentativi di convincimento del Ministro francese, non sono serviti. Sabato sera 11 dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza hanno sostenuto la risoluzione presentata dalla Francia, mentre la Russia ha messo il veto.

Gli effetti della caduta della tregua ad Aleppo il 22 settembre si sono fatti sentire subito. Il regime di Damasco insieme all’alleato russo ha lanciato la più grossa offensiva contro le aree controllate dai ribelli. I bombardamenti non hanno risparmiato nenache gli ospedali degli città. La battaglia in corso ad Aleppo potrebbe essere un punto di svolta per mettere fine alla guerra che dura da cinque anni.

Nonostante la frustrazione, Jean-Marc Ayrault ha dimostrato di non volersi arrendere, manifestando ancora piu determinazione. “Ci sono dei cirmini di guerra, è il Segretario delle Nazioni Unite che l’ha detto, è un fatto evidente”, ha detto il Ministro parlando alla radio France Inter, “si dovrebbero identificare i responsabli. Siamo in un contesto di diritto internazionale, esiste il tribunale penale internazionale”.

Parigi vuole chiedere al procuratore della Corte penale internazionale di avviare un’indagine. La Siria non è un membro del tribunale, che non ha quindi giurisdizione nel paese. L’unica strada percorribile resta il Consiglio di Sicurezza, ma Mosca potrebbe opporre di nuovo resistenza.