Siria: le rovine di Aleppo simbolo del fallimento internazionale

2016-10-07 9

La crisi umanitaria a Aleppo sembra toccare il suo apice: fallito il cessate il fuoco, entrato in vigore il 12 settembre e durato appena una settimana, i bombardamenti sono ripresi.

Non sono risparmiati gli ospedali così come altri obiettivi civili.

I convogli umanitari non entrano in città.
Dalla ripresa delle ostilità, due settimane fa, l’esercito ha fatto progressi in alcune aree settentrionali della città, per liberare Aleppo si calcala che ci possano volere ancora mesi.

Le petizioni per bloccare massacro e distruzione non si contano più. Come questa:

Acknowledging the gravity of the crimes, sanctioning governments that assist in their perpetration and holding individual offenders to account are crucial steps to protect the people of Aleppo and all other Syrians affected by the violence.

Il settimanale tedesco Der Stern, questo venerdì, ha deciso di indire una giornata di silenzio per richiamare l’attenzione pubblica su Aleppo.

Anche l’allarme del segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon è rimasto inascoltato al momento.

All’indomani dell’attacco contro il convoglio umanitario, Ban Ki-Moon dichiarava:

“L’attacco contro un convoglio umanitario della Mezzaluna rossa internazionale costituisce un ennesimo oltraggio.
L’Onu è obbligato a sospendere l’invio di aiuti”.

Con la fine della tregua, i bombardamenti sulla città, simbolo del maritrio siriano, sono ripresi senza sosta.

“Tutti partono, sono pochissimi coloro che sono rimasti, forse due, tre famiglie. Nan c‘è più né acqua né elettricità da oltre un anno”.

L’inviato speciale Onu per la Siria Staffan de Mistura chiede la fine delle ostilità e anche lui ha lanciato il suo grido d’allarme:

“Se l’escalation della violenza continua, rischiamo nel giro di due mesi, due mesi e mezzo al massimo, la distruzione totale di Aleppo, mi riferisco in modo particolare alla città vecchia.
I migliaia di civili che vi abitano verranno uccisi”.

Gli Stati Uniti hanno deciso di sospendere i negoziati con la Russia che avevano portato alla tregua del 12 settembre scorso.
A oggi i tentativi per ripristinare il cessate il fuoco sono andato falliti.