Sono oltre quaranta i cadaveri recuperati finora, ma restano centinaia di dispersi dopo l’affondamento del barcone stra-carico di migranti di fronte alle coste egiziane. Quattro membri dell’equipaggio sono in stato di fermo.
163 le persone tratte in salvo, ma stando alle testimonianze c’erano, sul barcone, fino a 600 persone. Le famiglie sono accorse al porto di Rashid, aspettano ansiosamente novità. Buona parte dell’aiuto viene dai pescatori e dalla gente del posto, come racconta un uomo che ha perso un familiare:
“Quella barca verde è arrivata qui con dodici cadaveri, che sono stati raccolti con le reti dei pescatori, e adesso torna là con alcune famiglie per continuare a cercare. Anche i pescatori si stanno impegnando nella ricerca e nei salvataggi”.
La presenza dello Stato, a sentire i testimoni sul posto, non si percepisce molto. Questo padre ha perso, nel naufragio, due figli. Scappavano dalla fame, e ai bisogni dei genitori e dei parenti venuti qui ci pensa la gente del posto:
“Ho perso due dei miei figli, che lasciavano il Paese perché manca il lavoro e le condizioni di vita sono dure. Siamo qui da ieri, le famiglie del posto ci portano del cibo… Che senso ha quello che fanno i trafficanti? Caricare centinaia di migranti su barche che potrebbero portarne al massimo due o tre?”
Nonostante i naufragi, sono sempre di più a tentare la tzraversata. Il corrispondente di Euronews:
“Questa tragedia sottolinea anche il numero crescente di barche di migranti che partono dall’Egitto negli ultimi tempi, barche cariche di Africani e di Siriani in fuga da guerre e conflitti, oltre a migliaia di Egiziani che cercano lavoro e una vita migliore”.