L’Onu riprende l’invio di aiuti in Siria, invio che era stato interrotto per ragioni di scurezza dopo il bombardamento di un convoglio lunedì.
Fra i primi camion a partire da quelli carichi di medicine destinati a Moadamiya, vicino a Damasco. La carovana dovrebbe arrivare a destinazione nella giornata di giovedì.
Il raid del 19 settembre contro una colonna umanitaria ha provocato una ventina di morti. Il giorno dopo l’attacco contro due ambulanze ha fatto quattro vittime.
Stati uniti e Russia si accusano a vicenda. Mosca ha anche mostrato delle immagini girate con un drone, in cui, secondo i russi, si vedrebbe un veicolo con a bordo un mortaio di grosso calibro a prossimità dei tir umanitari.
Bombe col paracadute
Approfittando delle dispute diplomatiche a New York, sul terreno la guerra continua e provoca morti. Come a Talbiseh, vicino a Homs, dove le bombe sono piovute dal cielo con i paracadute.
La località è stata colpita 6 volte mercoledì, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, provocando almeno un morto e diversi feriti, fra cui bambini.
Questo conflitto, la peggiore tragedia umanitaria dalla fine della Seconda guerra mondiale secondo l’Onu, ha provocato almeno 300mila morti.