Un anno fa la costruzione della barriera anti-immigrati in Ungheria. Le Ong impegnate sul fronte degli aiuti umanitari hanno organizzato un flash mob davanti alla stazione Keleti di Budapest, epicentro della crisi migratoria nel 2015.
Aliz Pocsuvalszki è una delle attiviste di MigSzol :
Il governo usa il tema dell’immigrazione in modo spregevole, per farsi propaganda e per catturare elettori, anche se ultimamente sempre meno richiedenti asilo possono entrare nel paese.
Filo spinato contro le quote europee
All’inizio del 2015 la cosiddetta pista balcanica era aperta e l’Ungheria si trovava sulla rotta dei disperati verso la Germania e il nord-Europa.
Poi il governo di Viktor Orban è stato fra i primi a bloccare il passaggio e a rifiutare il piano europeo di ripartizione, fra i vari paesi dell’Unione, dei 160mila profughi giunti, principalmente, in Grecia e Italia.
Bruxelles aveva proposto all’Ungheria di accogliere circa 2300 rifugiati, ma il premier magiaro si è opposto alla cosiddetta ‘politica delle quote’ e, per mostrare l’appoggio dell’opinione pubblica, ha indetto un referendum, per il prossimo 2 ottobre.
Ecco la domanda che verrà posta ai cittadini: ‘Volete che l’Unione europea, anche senza consultare il Parlamento ungherese, prescriva l’immigrazione in Ungheria di persone che non sono cittadini ungheresi?’
La nostra corrispondente da Budapest Andrea Hajagos :
A circa 2 settimane dal voto quasi tutti i sondaggi mostrano che c‘è ancora incertezza sul raggiungimento del quorum che garantirebbe la validità della consultazione. Ma una cosa è certa: la maggior parte delle persone che voteranno voteranno No, come chiede il governo.
Budapest è spalleggiata anche da Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia.