Due premi Nobel per la Pace alla Casa Bianca ed una promessa. Quella che Barack Obama ha fatto ad Aung San Suu Kyi in visita ufficiale. Gli Stati Uniti metteranno fine alle sanzioni contro il Myanmar, imposte per la violazione dei diritti umani ai tempi della dittatura militare. Abusi di cui è stata vittima la stessa San Suu Kyi, per più di 15 anni agli arresti domiciliari.
“Gli Stati Uniti, le nostre imprese e organizzazioni non-profit saranno più incentivati a investire ed essere attivi in un paese che, speriamo, sarà sempre più un nostro partner democratico nella regione”, ha detto Obama, che conclude un processo di riduzione delle sanzioni iniziato nel 2011, dopo il rilascio dell’icona della resistenza birmana.
“Vi invitiamo a venire nel nostro paese per vedere perché dovete investire e come potrete farlo in modo che possiamo ottenerne il massimo beneficio possibile”, ha detto San Suu Kyi, leader de facto del Paese, dopo il trionfo del suo partito alle elezioni di novembre, le prime libere dopo 25 anni.
I suoi sforzi per riformare la costituzione in senso democratico oggi devono fare i conti con una situazione in cui militari sono ancora titolari di importanti interessi economici e hanno un quarto dei seggi in parlamento.