Il governo d’unità nazionale in Libia ha perso nella giornata di oggi un terzo terminal petrolifero, conquistato dalla principale milizia armata della Libia orientale.
Il sucesso militare di oggi segue all’offensiva del fine settimana con cui la milizia aveva strappato ai governativi altri due terminal situati in due grossi porti tra Sirte e Bengasi. Si tratta delle stesse infrastrutture che aveva cercato di conquistare lo Stato Islamico a inizio anno.
La milizia che ha attaccato le infrastrutture è quella guidata dal generale Khalifa Haftar, che controlla la Libia orientale.
I soldati di Haftar si sono scontrati con le Guardie delle installazioni del petrolio, milizia che sostiene il governo centrale (una milizia guidata da Ibrahim Jathran e che a luglio aveva trovato un accordo con il governo di unità nazionale, appoggiato dall’Occidente).
L’attacco di questa domenica segna una nuova escalation negli scontri in Libia e allontana un accordo tra le forze in campo: in Libia c‘è infatti il governo di Khalifa Haftar, che ha sede a Tobrouk e controlla l’est del Paese e il governo di unità nazionale, guidato da Fayez Serraj, riconosciuto internazionalmente, con sede a Tripoli.
Ci sono due governi rivali, appoggiati rispettivamente da diverse milizie, ci sono diverse milizie autonome e poi c’è lo Stato Islamico, che come in Siria e in Iraq perde forza e terreno.
Serraj, il cui governo si è insediato nel marzo scorso, si trova a combattere su due fronti: contro Daesh da un lato e contro le forze di Haftar dall’altro.
Se un accordo tra Serraj e Haftar era improbabile prima di quest’attacco, oggi sembra praticamente impossibile.
Con l’attacco ai terminal petroliferi Haftar ha dimostrato di non avere alcuna intenzione di arrivare a un accordo con il governo di unità nazionale e, cosa non irrilevante, questo significa anche la fine del piano Onu che prevede la riconciliazione tra le due anime del Paese, con la creazione di un governo riconoscuto su tutto il territorio.
A rendere ancora più difficile la situazione libica, la presenza dello Stato islamico, che fino a poco tempo fa controllava saldamente Sirte.
Anche in Libia lo Stato islamico è in forte difficoltà e le milizie alleate al governo centrale hanno iniziato un’offensiva contro Sirte per liberare la città.