Con la tradizionale veste bianca simbolo di resurrezione, circa due milioni di fedeli sono giunti alla Mecca, in Arabia Saudita, per l’Hajj. Il pellegrinaggio annuale è uno dei cinque obblighi di un buon musulmano. Riad ha rafforzato la sicurezza: 100mila gli agenti schierati. Il rituale dura cinque giorni, l’ascensione del monte Arafat è la prima tappa nel luogo in cui 1.400 anni fa il profeta Maometto pronunciò il sermone d’addio facendo un appello per l’unità dei musulmani.
“Prego per lo Yemen ma anche per la Siria, l’Iraq e per tutti i popoli musulmani oppressi. Prego perché trionfino Dio e l’Islam, Questo è un rito islamico, è uno dei cinque pilastri dell’Islam”, dice un fedele venuto dallo Yemen.
Grandi assenti, per la prima volta in quasi trent’anni, i pellegrini iraniani. Una delle conseguenze della strage di fedeli iraniani intrappolati nell’enorme calca nel pellegrinaggio del 2015. 5mila i morti secondo Teheran e 769 secondo stime ufficiali saudite. L’Iran aveva denunciato la mancanza di sicurezza. Tensioni che hanno radici lontane: l’Iran sciita è rivale dell’Arabia saudita sunnita. I due Paesi sono schierati su fronti opposti nei conflitti in Siria, Yemen e Iraq.