Nicolas Maduro non fa passi indietro e chiama ancora a raccolta il Paese contro il referendum chiesto dall’opposizione per la sua destituzione.
Il presidente colombiano, nel suo tele-discorso settimanale, ha anche annunciato la nomina di un nuovo Ministro dell’Interno e della Giustizia, il General Maggiore Nestor Reverol Torres, ex comandante dell’anti-drogra e della Guardia Nazionale. Ha un piccolo problema: proprio il giorno prima, la magistratura statunitense aveva spiccato un mandato d’arresto contro di lui, per complicità nel narcotraffico.
Sul referendum, Maduro si è mostrato sicuro:
“Vi dirò: se l’opposizione ottiene legalmente le firme necessarie, andremo ad elezioni l’anno prossimo e sono sicuro che il popolo venezuelano decreterà la vittoria della patria, la vittoria della pace. Sono certo che l’anno prossimo, in febbraio, marzo o aprile, vinceremo quel referendum”.
Una frase piuttosto ambigua, dato che l’opposizione, superato il primo scoglio delle firme dell’1% del corpo elettorale, dovrà ora raccoglierne il 20% e chiede alla Commissione elettorale di fissare una data per poter iniziare.
I tempi sono stretti, perché se il referendum si potesse tenere entro fine anno e Maduro cadesse si andrebbe a nuove elezioni presidenziali. Ma se il referendum potesse svolgersi solo il prossimo anno, allora non ci sarebbero elezioni e Maduro, eventualmente cadendo, verrebbe solo sostituito dal vice-presidente.