L’economia è uno dei campi in cui la battaglia referendaria britannica, per restare o meno nell’Unione europea, si deciderà.
Questa piccola impresa a gestione familiare costruisce hovercraft, nella cittadina di Sandwich, nella contea inglese di Kent.
Emma Pullen, direttrice dell’azienda, è convinta del suo no all’Europa: solo aria fritta per farli penare.
“Come piccole imprese, ci dibattiamo tra direttive europee, regolamenti e normative. Ce ne sono alcuni che riguardano in modo particolare il nostro settore. Abbiamo notevoli problemi quando vogliamo stringere accordi fuori dall’Unione, come ad esempio in Brasile. Non c‘è nessun accordo commerciale con questo Paese e per noi è molto difficile fare qualsiasi tipo di business con i brasiliani perché le tariffe sono molto alte”.
L’80 % della produzione è esportata, e la stragrande maggioranza va in Stati non membri dell’Ue.
Damon Embling, euronews:
“L’altra faccia della medaglia vede voci imponenti dell’economia, inclusa la city, schierate a favore dell’Unione europea. Stare nell’Unione rende più facile gli affari e muovere lavoratori, soldi e beni”.
La società Scoota si occupa di pubblicità per il web, usa le ultime tecnologie nell’elaborare campagne pubblicitarie che superano anche i confini d’Europa.
Uscire dall’Unione sarà deleterio per il settore tecnologico d’oltre Manica, per Torie Chilcott, una delle co-fondatrici, è fondamentale restare nel club europeo.
“Ci sono 3 ragioni fondamentali per restare: la prima, l’Unione europea permette lo scambio di talento tra gli Stati membri, e abbiamo bisogno di questo flusso di talenti attraverso il Continente.
In secondo luogo è importante dare un senso internazionale a quanto stiamo facendo. Lo sviluppo consiste nell’ approfittare di cose e situazioni da diversi luoghi nel mondo. In terzo luogo, parliamo di investimenti. Gli investitori adorano Londra, che resta un grande centro per investire.
Non sappiamo cosa potrebbe accadere dopo, potremo cedere il posto a livello tecnologico aBerlino, Lisbona o Dublino e non credo sia il caso”.
Scoota raddoppierà le proprie entrate quest’anno superando gli 11 milioni di euro.
Se la Brexit si avverasse, però, si annuncia tempesta:
Thorsten Beck, City University:
“Se il voto è favorevole alla Brexit, l’impatto sui mercati sarà immediato, anche se penso che tutti gli attori in gioco siano più preparati rispetto alla crisi nel 2008.
Gli effetti sull’economia reale e sugli affari in Gran Bretagna arriveranno più lentamente, ma in modo pesante negli anni a venire, con l’incertezza che regnerà sulle relazioni tra Regni Unito, Unione europea e Paesi terzi. Investimeni e crescita subiranno un freno”.
Cosa significa però la Brexit concretamente?
Emma Pullen:
“Se usciamo dall’Unione europea il 24 giugno, non cadrà il mondo. Ne sono convinta. Si tratta di un obiettivo a lungo termine. L’Unione attraversa un momento difficile e sta causando problemi in diversi Paesi.
Penso che l’Unione non ha lavorato come avrebbe dovuto”.
Torie Chilcott:
“Si sentono molte cose, ma niente su cosa accadrà in termini di nuove leggi, quanto ci vorrà per avere una nuova legislazione. Sappiamo che ci vorranno anni per implementarla.
Non sento parlare molto di questo, non ho molta fiducia in quello che potenzialmente potrebbe essere l’altro volto della Brexit”.