Petro Poroshenko non si cura delle smentite russe e insiste: c‘è un accordo per una missione di polizia dell’OSCE nell’Ucraina orientale.
Polizia, che, a quanto ha lasciato intendere il presidente ucraino, dovrebbe essere armata, e questo contrasta anche con quanto detto fin qui dalla Germania, che insieme a Francia, Russia e alla stessa Ucraina fa parte del quartetto negoziale battezzato “formato Normandia”:
“Oggi abbiamo registrato un grande successo diplomatico – ha detto Poroshenko -, perché si è raggiunto un accordo sul dispiegamento di una missione di polizia dell’OSCE, e non solo nell’ambito dei quattro Paesi del formato Normandia, al più alto livello, ma anche a Vienna, in seno all’OSCE, sotto la presidenza tedesca. I nostri partner tedeschi hanno già avviato le discussioni sul dispiegamento della missione di polizia”.
Mosca ha nuovamente invitato alla prudenza: certe dichiarazioni unilaterali possono portare confusione ai negoziati, ha detto una fonte del Cremlino.
Una missione di quel tipo comunque sarebbe necessaria, secondo questo analista:
“Attualmente – dice – le missioni al lavoro nella zona del conflitto non hanno accesso a tutti i luoghi che dovrebbero monitorare. Gli osservatori dell’OSCE sono anche stati presi spesso a bersaglio. In queste condizioni nel Donbass non si possono tenere elezioni, perché non è un territorio libero”.
Perché si possa procedere alle elezioni, per Poroshenko non basta che non si spari: bisogna fermare l’attività di Mosca a sostegno dei ribelli filo-russi del Donbass, come sottolinea la corrispondente di Euronews:
“Le elezioni nel Donbass si potranno tenere solo quando le richieste dell’Ucraina in materia di sicurezza nella zona di conflitto saranno state soddisfatte. Il presidente Poroshenko insiste sulla necessità di prendere il controllo del confine russo-ukraino e stabilirvi posti di osservazione delle forze internazionali. In caso contrario, Kiev considera illegittima una qualsiasi tornata elettorale”.