Altro che il taglio alla produzione invocato da alcuni dei suoi stessi membri. La quantità di petrolio Opec che sgorga ogni giorno è ai massimi da tre anni.
A rivelarlo è lo stesso gruppo dei Paesi esportatori nel suo bollettino mensile: a novembre (prima, cioè, del vertice che ha visto accantonata ogni ipotesi di introduzione di quote) la media mensile è stata di 31 milioni e 695 mila barili giornalieri.
All’interno dell’organizzazione di Vienna si consuma ormai la frattura tra la linea dell’Arabia Saudita – colpire i produttori non Opec pompando oro nero a livelli record – e i Paesi come il Venezuela, che soffrono per il prezzo al barile oggi a 40 dollari.
L’Iraq, principale responsabile dell’impennata della produzione di novembre, sembra collocarsi saldamente tra i primi.