Ci sono voluti otto mesi ma ora, per la gioia degli esportatori elvetici, il cambio è tornato a livelli accettabili. Venerdì il franco svizzero è risalito sopra la soglia psicologica di 1,10 euro.
È la prima volta da quel fatidico giorno di metà gennaio, quando la Banca nazionale svizzera decise a sorpresa di fermare le operazioni mirate a mantenere la valuta debole (sopra 1,20 euro).
La perdita di valore vista negli ultimi mesi spiazza gli osservatori: il franco, tradizionale bene rifugio, tende a rafforzarsi durante le turbolenze economiche (che non sono mancate quest’estate: Grecia, Cina, etc).
Secondo gli esperti è merito dei tassi di deposito negativi voluti ancora una volta dalla banca centrale, che hanno spinto molti svizzeri a portare all’estero i propri capitali.