Come cambia la strategia francese contro la minaccia dell'Isil

2015-09-07 3

E’ nell’agosto 2014 che inzia la campagna di raid aerei contro il sedicente Stato Islamico. Colpendo le postazioni jihadiste in Iraq, Washington punta a tutelare gli interessi e il personale statunitense sul posto.

Alla missione partecipano tredici Paesi – e tra questi la Francia – nell’ambito di una coalizione che conta una ventina di nazioni, arabe e occidentali. Ognuna impone alle proprie forze aeree le regole di ingaggio che ritiene più opportune per indebolire il nemico comune.

I caccia-bombardieri francesi colpiscono esclusivamente in Iraq, accanto a quelli di Stati Uniti, Australia, Canada, Danimarca, Giordania, Paesi Bassi e Regno Unito. Parigi non partecipa alle operazioni in Siria.

Secondo il dipartimento di Stato americano, nell’ultimo anno sono stati effettuati 6.550 raid aerei. Di questi, più di 4.000 in Iraq.

I limiti di questa operazione sono risultati evidenti la scorsa primavera. Il 16 maggio, i jihadisti hanno preso la città irachena di Ramadi e, il 25 maggio

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