Inquietudine. È questa la sensazione che hanno provocato le dimissioni del governo di Alexis Tsipras in Grecia con la richiesta di elezioni anticipate e il divorzio fra radicali e moderati dentro a un partito che già si definisce di sinistra radicale come Syriza.
Questo vuol dire terzo ricorso alle urne dallo scorso gennaio per i greci.
Dice un cittadino ateniese: “Non è una buona decisione per il paese. Abbiamo elezioni ogni cinque minuti, questo alla lunga ha conseguenze”.
Una donna aggiunge: “Il popolo ha votato sette mesi fa. Il referendum si è tenuto un mese e mezzo fa. Credo che sia una decisione prematura e che il governo avrebbe dovuto continuare. Le elezioni avrebbero dovuto essere posposte”.
L’ala radicale di Syriza ha annunciato la scissione e la formazione di un nuovo partito guidato dall’ex ministro dell’Energia, Panagiotis Lafazanis, dalla presidentessa del Parlamento, Zoe Konstantopulu e forse, dall’ex ministro delle finanze Yanis Varufakis.