Non è stato ancora stabilito quali materiali fossero custoditi nel magazzino di Tianjin, nella Cina nord-orientale, la cui esplosione ha causato la morte di almeno 50 persone. Sembra siano state rilevate differenze significative tra le carte doganali e quelle della compagnia proprietaria del magazzino.
Dei settecento feriti, alcuni versano in gravi condizioni e sono ricoverati in diversi ospedali della città portuale che dista 120 chilometri dalla capitale Pechino.
“Non sappiamo cosa sia accaduto con precisione – dice il parente di un ferito -. Siamo arrivati ieri dal nostro paese. Abbiamo cercato di avere notizie per telefono non appena abbiamo saputo dell’esplosione, poi siamo arrivati qui dopo quattro ore di viaggio”.
“Mio marito è in terapia intensiva – dice la moglie di un ferito -. Ha lo stomaco e la milza danneggiati e anche altri organi interni. Ha ferite anche alla schiena”.
L’esplosione è avvenuta nel quartiere di Tanggu, che si trova nelle vicinanze del porto della met