“Continueremo a combattenti i militanti curdi del PKKfinché non rimarrà un solo terrorista”: lo promette Erdogan mentre la Turchia piange i morti del suo lunedì nero: 4 attacchi con 9 vittime. Le violenze sono esplose a partire dal 24 luglio quando Ankara ha iniziato una “guerra sincronizzata al terrorismo”, bombardando non solo le postazioni del Pkk nel nord dell’Iraq ma anche quelle dell’Isil in Siria.
“Le armi dovrebbero essere seppellite piuttosto che abbandonate. Ciò fino a quando le
organizzazioni terroristiche che le usano contro il nostro popolo non saranno più una minaccia per il nostro Paese”, ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan facendo riferimento al
conflitto in corso con il PKK.
A Istanbul lunedì è stata attaccata prima una stazione di polizia e poi il consolato americano. La sede diplomatica statunitense è stata colpita da due donne armate del “Partito Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo (Dhkp-c)”. L’organizzazione turca, di estrema sinistra