In migliaia sono scesi in piazza nel centro di Istanbul per dire “sì” alla pace e “no” all’offensiva militare contro il Partito dei lavoratori del Kurdistan. L’operazione anti-terrorismo di Erdogan ha nel mirino sia il sedicente Stato Islamico che il PKK. In due settimane, almeno 400 guerriglieri curdi sono stati uccisi dagli attacchi aerei dell’aviazione turca, nel nord dell’Iraq.
“Le persone vogliono la pace. Anche il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) ha dichiarato di volerla. Sono pronti ad aprire un dialogo con gli esponenti del governo ma loro hanno detto di ‘no’, vogliono la guerra”, ha detto Selahattin Demirtas, il giovane leader del partito filo-curdo Hdp.
L’offensiva antiterrorismo della Turchia ha avuto inizio dopo l’attentato suicida a opera dell’Isil che il 20 luglio scorso ha fatto 31 vittime durante una riunione di giovani curdi nella città di Suruc, al confine con la Siria, nel sud-est della Turchia. La minoranza curda ha accusato il governo di Ankara di sos