Diciotto applausi, tre standing ovation, mezz'ora di intervento: parte in inglese, continua in italiano, finisce ancora in inglese. Ricorda gli anni della gioventù, cita il padre e ringrazia gli Stati Uniti d’America.
Silvio Berlusconi pronuncia il suo discorso al Congresso degli Stati Uniti, privilegio concesso prima solo ad altri tre presidenti del Consiglio italiani: De Gasperi, Craxi e Andreotti.
Berlusconi ringrazia tante volte gli Stati Uniti: "Per aver salvato il mio Paese dal fascismo e dal nazismo a costo del sacrificio di tante giovani vite americane", ma anche "perché nei lunghi decenni della guerra fredda hanno difeso l'Europa dalla minaccia dell'Unione Sovietica" e per la "generosità del Piano Marshall".
Nella parte centrale del suo discorso Berlusconi parla dei rischi che corre l'Unione europea e invita il Vecchio Continente a non essere "fortezza" isolata, "l'idea di un'Europa fondata su un velleitario desiderio di autosufficienza sarebbe moralmente sospetto e politicamente pericoloso… Non possiamo avere due occidenti, l'Europa ha bisogno dell'America e l'America ha bisogno dell'Europa".
Nel suo intervento non manca un accenno all'11 settembre e al terrorismo: “Bisogna mettere all'angolo il fondamentalismo radicale", l'islam moderato deve unirsi alle democrazie occidentali in questa lotta, "solo la democrazia può portare la libertà”.
Berlusconi chiude il suo discorso con un ricordo personale e racconta la storia di un ragazzo che fu portato dal padre a visitare un cimitero “in cui riposavano molti valorosi soldati, giovani che avevano attraversato l’Oceano per ridare dignità e libertà a un popolo oppresso”. Quel padre - racconta - fece giurare a quel ragazzo che non avrebbe mai dimenticato il supremo sacrificio con cui i soldati americani avevano difeso la sua libertà”. “Quel padre – conclude Berlusconi – era mio padre, quel ragazzo ero io. Quel sacrificio e quel giuramento non li ho mai dimenticati e non li dimenticherò mai”.