http://www.pupia.tv - Epidemia influenzale, la Campania tra le regioni che hanno pagato lo scotto più alto. A rivelarlo è la professoressa Maria Triassi, direttore del Dipartimento di Salute pubblica della Federico II.
“Nella nostra regione – dice la Triassi – abbiamo registrato casi gravi di complicanze legate all’influenza che hanno richiesto cure intensive in ospedale e purtroppo causato alcuni decessi”.
Le persone che hanno dovuto fare i conti con l’influenza sono state moltissime, si è registrato infatti uno dei picchi influenzali più elevati degli ultimi anni.
“Questo – prosegue la Triassi – a causa di un drastico calo delle vaccinazioni, che hanno toccato quasi il minimo storico: siamo infatti vicini ad una copertura che supera di poco il 50 per cento, vicina a quella del 2012-2013 in cui si è arrivati solo al 54,2 per cento e ben lontani dalle soglie di protezione raggiunte nella stagione 2005-2006, quando si era vaccinato il 68 per cento delle persone coinvolte nella strategia di prevenzione. Queste percentuali si riflettono direttamente sulle cifre totali dell’epidemia influenzale. Se nella stagione 2005-2006 si è osservato il minimo storico dell’attività influenzale, proprio per la diffusione delle vaccinazioni preventive, quest’anno l’influenza ha ‘picchiato’ duro”.
Molto ha influito l’allarme vaccini scattato alla fine di aprile. Nel valutare l’epidemia influenzale di quest’anno, in ogni caso, non si può evitare di rilevare come questa si sia trascinata a lungo e come in molti casi i sintomi siano legati alla presenza del virus B che ha un ruolo importante soprattutto nella genesi della “coda” epidemica che si è avuta nelle ultime settimane.
Secondo i dati della rete Influnet, in Italia i virus A e B si sono “mossi” assieme, con una prevalenza complessiva del virus A pari a 84 per cento e del virus B pari a 16 per cento. Come in una sorta di “gara”, tuttavia, i virus di tipo B sono progressivamente aumentati nelle rilevazioni dei medici sentinella