Campagna elettorale carica di tensione in Turchia, in vista delle elezioni parlamentari del 7 giugno. Con l’approssimarsi del voto aumentano gli episodi di violenza contro alcuni candidati e gli arresti di attivisti politici.
È il contesto in cui si svolge un confronto senza esclusione di colpi, con l’Akp di Recep Tayyp Erdogan che punta a ottenere una maggioranza sufficiente a modificare da solo la costituzione. L’obiettivo è quello di introdurre un sistema presidenziale contro il quale si scagliano i partiti d’opposizione.
I sondaggi danno in vantaggio la forza di governo che ripropone Ahmet Davutoglu alla carica di Primo ministro, ma con un netto calo di consensi rispetto alle presidenziali vinte da Erdogan.
I laici e kemalisti di Kemal Kilicdaroglu dovrebbero confermarsi primo partito di opposizione, senza tuttavia superare il 28% dei voti. Sono i protagonisti della proposta elettorale più ambiziosa: una “mega-città” da costruire da zero in Anatolia da trasformare nel nuovo h