Morirà ucciso da un’iniezione letale Dzhokhar Tsarnaev il giovane attentatore della maratona di Boston.
Il 15 aprile del 2013 si rese complice del peggior attacco terroristico in terra americana dall’11 settembre 2001. L’attacco fu portato a termine col fratello maggiore Tamerlan, poi morto in uno scontro a fuoco con la polizia.
L’imputato si è sempre mostrato scostante e la giuria ha emesso la sentenza dopo tre giorni di camera di consiglio e 14 ore di discussioni.
“Che sia chiaro”, ha detto il procuratore, “l’imputato ha detto di aver agito a nome dei musulmani del mondo. Non è stato un crimine motivato religiosamente. È stato un crimine politico per intimidire gli Stati Uniti”.
L’attentato costò la vita a tre persone, dilaniate dalle schegge di
due pentole bomba imbottite di chiodi, due ordigni artigianali
costruiti in casa. 254 furono i feriti. Alcuni gravissimi.
Diversi parenti di vittime avevano chiesto l’ergastolo e non la pena di morte. Non sono stati esauditi.