Per tematiche e atmosfere potrebbe ricordare un Luc Besson d’annata o un Takeshi Kitano. Ma l’ambientazione è tutta egiziana e la produzione pure.
“El Ott”, il gatto, è un noir con tutti i crismi. Dove il ca
ïd, fuorilegge ma con un’etica, soprannominato, appunto, “il gatto”, intraprende la sua battaglia personale contro dei trafficanti d’organi di bambini, dopo che tra i rapiti è finita anche sua figlia.
Presentandolo in Europa al Festival del cinema del sud di Lione, l’attore e produttore Amr Waked, ha rimarcato come le condizioni dell’infanzia nelle periferie del Cairo siano di drammatica attualità:
“A un certo punto ho letto la notizia della scoperta di corpi di bambini smembrati in una discarica. Sono rimasto scioccato nello scoprire che tutto ciò esiste anche nella realtà”.
Nella sceneggiatura di Ibrahim El-Batout attualità, ma anche rimandi al mito: quello di Osiride. Il re che fu ucciso e fatto a pezzi dal fratello Seth. La sua donna si incaricò di ritrovarli, assie