Una migrazione di massa verso la Sicilia, l’approdo di chi non ha altra scelta. Le storie dei sopravvissuti, nel centro di accoglienza di Lampedusa, sono una stele innalzata in ricordo dei morti del Mediterraneo.
Ognuno ha vissuto la sua odissea: Ali e Mohammed sono fratelli gemelli, vengono da Aleppo. Hanno pagato 3000 dollari ai trafficanti per la loro traversata.
“Ci hanno richiusi in una stanza per molto tempo, mangiavamo una volta al giorno un po’di pane e formaggio. È stata una tortura – ricorda Ali – Siamo stati insultati e aggrediti. I nostri carcerieri cambiavano ogni giorno. Gente armata andava e veniva tutto il tempo”.
“Siamo rimasti in mare 15 ore, il motore era in panne, solo Dio ci ha protetto. Ogni minuto sembrava fosse quello buono per morire, ad ogni onda sentivamo la barca capovolgersi – aggiunge Mohammed -C’erano anche dei bambini a bordo e nessuno si muoveva per tenerli al sicuro”.
Il 17 aprile, 194 superstiti sono arrivati nel porto di Trapani. Il cargo dan