L’Unione europea importa oltre il 50% del fabbisogno di energia, con un costo di 400 miliardi di euro all’anno. Un terzo delle importazioni di gas provengono dalla Russia, ma sono ora a rischio a causa della guerra in Ucraina.
Per sopperire al gas russo, l’Europa punta sulle energie rinnovabili, ma anche su fornitori alternativi.
Dopo l’abbandono del progetto southstream, l’Unione sta investendo nel cosidetto corridoio sud, con Azerbajan e Turkmenistan, e nel rafforzamento dei gasdotti con Algeria e Turchia.
L’ong Amnesty International ha invitato tuttavia non fare affidamento in questi paesi, guidati da regimi autoritari, e minacciati dai terroristi dell’Esercito Islamico, che potrebbero interrompere i rifornimenti.
Nell’ambito della strategia per l’Unione energetica, la Commissione europea ha proposto: di rafforzare le infrastrutture entro il 2020, di incrementare fino al 27% la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2030 e di migliorare nelle stesse propor