Preghiera collettiva, vicino Damasco, in Siria, per la sorte dei 200 cristiani assiri rapiti dall’Isil a Nasaka.
L’azione dei miliziani ha riguardato diverse località del nord della Siria, dove sarebbero stati compiuti veri e propri rastrellamenti e azioni di pulizia etnica.
Si tratta dell’ennesima iniziativa contro le minoranze religiose presenti da secoli in Siria, Iraq e Turchia.
Si prega anche a Kirkuk, nel Kurdistan iracheno, dove vivono numerosi cristiani assiri, in gran parte in fuga da Mosul.
“Nessuno di noi vuole andarsene, ma lo stato delle cose ci obbliga a farlo. I bambini hanno paura e anche noi ne abbiamo. Continuamo a vagare da un posto all’altro, se le cose restano come sono nessuno resterà. Vogliamo pace, vogliamo che l’Iraq torni alla normalità. Quando accadrà allora ognuno tornerà a casa sua”.
Profughi cristiani sono giunti anche in Libano. Con una manifestazione a Beirut davanti alla sede dell’Onu hanno chiesto un intervento internazionale a loro difesa.