“Non sono un codardo”. Questa la reazione di Francesco Schettino alla condanna a 16 anni per il naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio.
Il tribunale di Grosseto ha confermato tutti i reati per cui era accusato: abbandono della nave, naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose per i 32 morti e i 157 feriti del disastro. I giudici hanno respinto la richiesta di arresto perché non c‘è pericolo di fuga, ma hanno interdetto Schettino dalla professione per cinque anni.
Una sentenza equilibrata per la Costa Crociere. Meno soddisfatti i parenti delle vittime: il padre di Giuseppe Girolamo, il musicista che morì per salvare un bambino, dice che 16 anni non sono nulla. Intanto i legali di Schettino annunciano, nelle prossime settimane, la pubblicazione di un libro con la sua verità.