Rispetto ai minimi di gennaio i prezzi del petrolio torneranno a crescere, ma non toccheranno mai gli apici visti negli ultimi tre anni.
La previsione è contenuta all’interno dell’ultimo rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia.
L’organismo sostiene altresì che, pur a fronte dei recenti cali del costo al barile e dei conseguenti tagli agli investimenti nell’olio di scisto, gli Stati Uniti rimarranno la principale fonte di crescita nell’offerta.
Non solo: nonostante la decisione di non tagliare la produzione l’Opec dovrà comunque dire addio alle quote di mercato raggiunte prima della crisi finanziaria.