Tra svalutazioni, cambio sfavorevole e crollo dei prezzi del greggio al barile, Shell porta a casa un quarto trimestre decisamente peggiore delle attese.
Il gigante europeo dell’energia, tra ottobre e dicembre, ha visto l’utile netto calare a 3,3 miliardi di dollari.
La fonte di guadagno principale, la produzione di petrolio e gas, è stata alimentata quasi interamente dal metano, spiegano gli esperti: sotto i 75 dollari al barile, in pratica, l’oro nero non produce alcun ritorno.
I vertici hanno reagito con un taglio previsto di 15 miliardi di dollari nel piano di investimenti, pur mantenendo inalterato il dividendo a 47 centesimi ad azione.