Più di millecinquecento reperti archeologici sono stati recuperati dai Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Artistico, a due giorni dall’operazione che ha portato al recupero in Svizzera di altri cinquemila pezzi, per un valore di quasi cinquanta milioni di euro. Oltre due milioni e mezzo invece per l’ultimo recupero. Pezzi che per il Ministro Franceschini devono tornare nelle regioni d’origine:
“Le opere che vediamo oggi, anche se trovate nelle stesse colpevoli mani, provengono da diverse regioni, e penso davvero che lì debbano tornare”.
In carcere sono finite tre persone, e un’altra quindicina sono ai domiciliari. Una quarantina in totale gli indagati. L’inchiesta era stata avviata nel 2011, sulla base di alcune segnalazioni di una ripresa degli scavi clandestini nell’area dell’antica Cales. Tra i reperti recuperati, anche anfore greche e affreschi pompeiani.