Napoli - Toni Servillo legge al Bellini i "Promessi Sposi" -live- (06.01.15)

2015-01-06 1

http://www.pupia.tv - Napoli - “Signor curato; perché non avete voi unita in matrimonio quella povera Lucia col suo promesso sposo?”.

A scandire queste prime parole tratte dal capitolo 25 dei “Promessi sposi”, in cui il cardinale Federico Borromeo incontra Don Abbondio, è la voce ferma ma duttile di Toni Servillo, che davanti ad un Bellini gremito, ieri sera ha regalato mezz’ora di grande letteratura che nel suo reading si fa teatro. Complici le piccole sfumature espressive con cui intercetta le diverse psicologie e il mutar degli stati d’animo dei due personaggi e l’uso sapiente delle pause, uno dei piatti forti del suo repertorio, mutuato dalla grande tradizione scenica napoletana, di cui sta dando prova proprio in queste sere nella stessa sala di via Conte di Ruvo con la riproposta delle eduardiane “Voci di dentro”.

D’altra parte occasione migliore non poteva esserci, con la presentazione di una nuova edizione diretta da Francesco de Cristofaro de “I promessi sposi”, pubblicata nella collana Bur della Rizzoli, in collaborazione con l’Associazione degli italianisti. E sovvertendo le ritualità che in questi casi vedono prima la discussione fra i teorici e poi l’eventuale lettura dei brani da parte di un attore, stavolta si è deciso il contrario, forse proprio perché siamo su un palcoscenico.

Le luci si spengono infatti e Servillo, maglione nero e jeans, si avvicina al leggio e attacca. “Un miracolo di comunicazione – come dirà dopo lo scrittore Pino Montesano, uno dei relatori della serata – proprio perché dedicato ad un romanzo che molti di noi non hanno amato ai tempi della scuola, ma che invece qui è apparso in tutta la sua nitida bellezza. Un libro che per essere ben compreso andrebbe letto non a 15 anni ma solo in età più matura”.

E sul tema della rivalutazione antiretorica di questa edizione, che comprende anche “La colonna infame” e le illustrazioni originarie di Gonin, si sono soffermati anche gli altri interventi – quelli di Arturo De Vivo, Giovanni Maffei e Andrea Mazzucchi – che hanno evidenziato tutti il felice “ibrido mediale” di questo romanzo tutto da riscoprire. (06.01.15)