‘‘In fondo al mare’‘: è qui che potrebbero finire le ricerche delle autorità indonesiane e le speranze dei familiari dei 162 passeggeri a bordo dell’aereo scomparso il 28 dicembre sul Mar di Giava.
Le ricerche dell’Air Asia continuano: cinque aerei, 14 navi, decine di barche e due elicotteri sono stati dispiegati da Jakarta, navi e aerei sono stati messi a disposizione anche da Singapore, Malaysia e Australia.
Le tracce dell’Airbus della compagnia low cost malese si sono perse dai radar quando era nello spazio aereo indonesiano, a metà strada tra Surabaya, in Indonesia, luogo della partenza e Singapore, la meta.
“Sono rimasto scioccato. Ho sentito tutta la preoccupazione, la frustrazione e la disperazione delle famiglie dei passeggeri e come me sono sicuro l’abbiano sentita tutti gli indonesiani. Ho dato incarico al ministro dei trasporti di rivedere immediatamente tutte le procedure nel settore dell’aviazione, tra cui l’applicazione dei più elevati standard di manutenzione degli aerei”, ha detto il premier indonesiano Joki Widodo.
È giallo sull’ultima comunicazione del pilota con la torre di controllo. Il comandante avrebbe chiesto di poter salire di quota, forse a causa di cattive condizioni meteorologiche, ha detto un responsabile del ministero dei trasporti indonesiano.
Ma la risposta, forse, è arrivata troppo tardi.