La polizia palestinese di prima mattina si preparava a garantire la sicurezza dei turisti e dei fedeli a Betlemme: la località, non distante da Gerusalemme e teatro a volte di scontri tra manifestanti palestinesi e forze israeliane, è meta di due milioni di turisti ogni anno.
Ma a natale è un po’ diverso, si viene per altre ragioni:
“È un giorno sacro per tutti i Cristiani, Gesù è nato qui e quindi siamo venuti con i nostri cari e gli amici per celebrare e sentire come sia accogliente la Palestina, e Buon Natale”.
“Siamo venuti per celebrare il Natale, a casa nostra, in Canada, è molto commerciale, è pieno di Babbo Natale, e volevamo venire per vivere lo spirito della nascita di Cristo e Betlemme è stupenda. Siamo arrivati ieri, è tutto tranquillo, sono tutti accoglienti e amichevoli con noi”.
Babbo Natale era protagonista il giorno prima, a Betlemme: alcune decine di manifestanti, alcuni dei quali vestiti di rosso, si sono scontrati con le forze israeliane. Protestavano contro l’occupazione dei territori, nei pressi del checkpoint.
Ma per il resto tutto è tranquillo, nella cittadina palestinese affluiscono, muniti di permessi speciali, oltre venticinquemila cristiani dalla Cisgiordania e anche da Gaza, oltre alle decine di migliaia di fedeli in provenienza da altri Paesi.
È sul fronte politico che la situazione si scalda, con il presidente palestinese Mahmoud Abbas che, in visita ad Algeri, ha detto che se le Nazioni Unite non riconosceranno lo Stato palestinese, allora l’autorità di Ramallah cesserà di collaborare con gli israeliani, e lascerà loro l’intero onere della gestione dei territori occupati.