E’ tornato a Parigi dopo 3 anni di prigionia nel Sahel. Serge Lazarevic era l’ultimo ostaggio francese detenuto nel mondo. La sua liberazione viene festeggiata con le fanfare dello Stato ma sulle modalità del suo rilascio le zone d’ombra restano fitte.
La mediazione del Niger e del Mali sono state cruciali. E quella di intermediari Tuareg ancora di più. Ma di questo non parla il capo dello stato Hollande, all’aeroporto ad attendere lex ostaggio.
“E’ una gioia per il popolo francese, perché non ci sono più ostaggi francesi in alcun paese del mondo, sebbene non dimentichiamo gli altri ostaggi stranieri”.
“E’ bella la vita ed è bello ritrovare la libertà. Prima non sapevo cosa fosse la libertà. Non bisogna dimenticare che essere un uomo libero significa fare attenzione a dove si va, come ha detto il signor presidente, fare attenzione perché la libertà è la cosa più cara in assoluto. Quando si è prigionieri, malmenati, perduti, quando si è sul bordo della morte, non si pensa più alla vita”.
Lazarevic ha la doppia nazionalità, francese e serba. Era stato rapito in Mali assieme a un altro francese, Philippe Verdon, ritrovato ucciso con un colpo di pistola alla testa a luglio dell’anno scorso.
Durante la prigionia sarebbe sempre rimasto in mano ai militanti di al-Qaeda per il Maghreb Islamico. Secondo fonti non confermate la sua liberazione sarebbe avvenuta grazie a uno scambio con almeno due prigionieri.