“La priorità è il ritiro delle sanzioni sul petrolio. Vogliamo che le compagnie straniere tornino al più presto nel nostro paese”. Uscito con un pugno di mosche dalla recente riunione dell’OPEC, l’Iran guarda avanti e minimizza con diplomazia l’impatto del mancato taglio alla produzione di greggio, che avrebbe restituito ossigeno alla sua economia. “Bene comunque la scelta di difendere le quote di mercato – dice a euronews il Ministro del petrolio iraniano, Bijan Namdar-Zanganeh – perché se l’OPEC continua a perderne diventerà irrilevante”.
Reihaneh Mazaheri, euronews
“Grazie anzitutto a Bijan Namdar-Zanganeh per essere con noi su euronews. L’OPEC ha da poco tenuto la sua riunione più importante da sei anni a questa parte. Nonostante i suoi sforzi, l’Iran non è riuscito a ottenere i risultati che sperava. Perché i principali produttori di petrolio dell’OPEC, compresa l’Arabia Saudita, non sono stati dalla sua parte?”.
Bijan Namdar-Zanganeh, Ministro iraniano del petrolio
“Ovviamente sostenevamo un taglio della produzione. Non abbiamo proposto una cifra esatta, perché a determinarla dovrebbero essere piuttosto analisi e valutazioni di mercato. A quanto pare, dalle nostre discussioni è però emersa la necessità di prendere tempo per valutare in quale misura procedere al taglio di questa produzione. Per maturare una decisione definitiva dobbiamo prima poter disporre di ulteriori dati e vedere come i mercati reagiranno ai nuovi prezzi. Come sa, l’OPEC deve prendere ogni sua decisione sulla base del consenso della maggioranza dei suoi paesi membri”.
euronews
“Lei parla di consenso, ma quanto abbiamo visto è che, come già in passato in occasione di altre riunioni dell’OPEC, anche questa volta l’Arabia Saudita ha ottenuto quanto voleva. Possiamo quindi forse dire che, in quanto produttrice di un terzo del petrolio dell’OPEC, è sempre all’Arabia Saudita che spetta l’ultima parola?”.
Bijan Namdar-Zanganeh
“Sulla carta l’OPEC è come una società in cui ogni azionista ha diritto a un voto, indipendentemente dal capitale che detiene. Di fatto, la realtà è però che il livello di produzione, la capacità di produzione e la portata delle eccedenze giocano un ruolo determinante sul mercato. E ciò è qualcosa da cui dobbiamo trarre una lezione.Più in generale mi lasci dire che l’OPEC è un’organizzazione che mira a far cooperare soggetti fra loro concorrenti. E’ l’unica organizzazione in cui paesi del Terzo Mondo non solo si trovano a lavorare insieme da oltre cinquant’anni, ma che ha permesso loro di individuare interessi comuni nel lungo termine e di cooperare in nome di questi interessi comuni, nonostante le divergenze che possono separarli. E’ importante per tutti che questa cooperazione prosegua, perché in caso contrario l’OPEC perderebbe la sua ragion d’essere. Ciascuno dei suoi membri ha ovviamente i propri interessi da difendere. L’Arabia Saudita è uno dei principali produttori ed esportatori di petrolio. Parliamo di un’esportazione che -tra petrolio e suo derivati – ammonta a 9 milioni di barili al giorno. E questo significa che con un calo dei prezzi di 30$ al barile l’Arabia Saudita subirà perdite pari a circa 110 miliardi di dollari all’anno. Se hanno accettato un simile pregiudizio, a motivarli nel sostenere questa decisione dell’OPEC, devono quindi esserci stati enormi interessi di sicurezza nazionale”.
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“Quali crede che siano questi interessi dell’Arabia Saudita?”.
Bijan Namdar-Zanganeh
“Da semplice Ministro del petrolio non so risponderle. Altri politici hanno formulato però svariate analisi. Non saprei però quanto contengano di vero o se si tratti di semplici ipotesi. Certo è però che sui media – e sulle piazze finanziarie -, fioriscono le interpretazioni di quanto sta accadendo sul piano politico”.
euronews
“In che misura il peso soltanto ‘relativo’ della produzione dell’Iran ha limitato la sua influenza sul processo decisionale?”.
Bijan Namdar-Zanganeh
“Prima, le ho risposto in maniera un po’ ottimistica. Ovviamente il peso di ciascun membro dell’OPEC è determinato dal suo livello di produzione e dalla sua capacità a stoccare delle riserve”.
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“Tenendo conto delle divergenze in seno all’OPEC – e considerando anche le evoluzioni del petrolio – è possibile immaginare che un giorno
l’OPEC perda il suo controllo sul mercato globale?”.
Bijan Namdar-Zanganeh
“Una delle più grandi preoccupazioni dell’OPEC è stata da sempre quella delle quote di mercato. Negli ultimi anni, le quote di mercato dell’OPEC si sono ridotte progressivamente. Se questa tendenza si confermerà, e oltrepasserà un certo limite, l’incidenza dell’OPEC diventerà irrisoria”.
euronews
“A margine della recente riunione dell’OPEC, lei ha incontrato anche i vertici di compagnie petrolifere come Total e BP. Compagnie che in passato hanno giocato un ruolo importante per l’Iran, ma che ora l’hanno perso a causa delle sanzioni. Di cosa avete discusso? State forse cercando di aprire agli investitori strani