Se Putin vuole chiudere il gasdotto South Stream, l’Europa ha una lezione da imparare, ha sottolineato la Vice-presidente della commissione europea ricordando che l’Unione europea importa oltre il 30% del suo fabbisogno di gas dalla Russia.
Dopo l’annuncio del presidente russo Vladimir Putin di voler abbandonare il progetto Kristalina Georgieva, vice -presidente dell’esecutivo europeo ha afffermato: “Questo conferma quanto sia importante per l’Unione europea diversificare le fonti energetiche per il proprio approvigionamento per non essere dipendenti solo dalle importazioni di gas russo.”
Lo stesso giorno al Parlamento europeo Mikhail Khodorkovski, il magnate del petrolio che ha sfidato Putin ed ha passato dieci anni in carcere, ha espresso dubbi sulla decisione del presidente russo:
“Oggi ho seguito la questione con molto interesse. Ne ho parlato con diverse persone, non penso che sia una decisione definitiva – ha detto Khodorkovski- perché le soluzioni alternative non hanno senso da un punto di vista economico”
Lunedi’ durante la sua visita ad Ankara il Presidente russo Putin ha annunciato di rinunciare a South Stream e di voler indirizzare le risorse energetiche verso altre parti del mondo, cioé Cina e Turchia.
Il progetto South Stream avrebbe dovuto portare il gas russo all’Europa, attraverso un gasdotto sotto il Mar Nero che sarebbe arrivato in Bulgaria e poi nei Balcani, evitando di passare per l’Ucraina.
Anche l’italiana Eni partecipava al 20% al consorzio per la costruzione del gasdotto, ma ora il futuro di questo consorzio internazionale è quanto mai incerto.