La Svezia è il primo grande paese dell’Europa occidentale a riconoscere lo Stato palestinese.
Il riconoscimento di un territorio, un popolo e un governo, come impone il diritto internazionale, sostiene il Ministro degli Affari Esteri di Stoccolma, Margot Wallstrom: “Oggi il governo svedese ha deciso di riconoscere lo Stato di Palestina”.
Ma le ragioni sono soprattutto politiche, sostiene la responsabile della diplomazia del governo svedese: “Abbiamo visto un’escalation di insediamenti e violenza a Gerusalemme e in Cisgiordania e abbiamo visto, in sei anni, tre guerre nella Striscia di Gaza – aggiunge la Wallstrom – Abbiamo anche visto la radicalizzazione di molti giovani che in realtà hanno solo due scelte: accettare la situazione o reagire con la violenza”.
In realtà è stato il Parlamento britannico a prendere per primo l’iniziativa, con qualche giorno d’anticipo sul governo svedese. La Camera dei Comuni ha approvato, a grande maggioranza, il riconoscimento dello Stato palestinese. Un voto simbolico che non vincola il governo.
Con una sola astensione, due voti contrari e 319 sì, anche il parlamento spagnolo si è messo in scia nel mese di novembre. Un voto seguito e festeggiato da una delegazione palestinese.
Per Trinidad Jiménez, ex ministro degli Esteri del governo Zapatero, si tratta di un voto che può fare la differenza: “Per cercare di contenere la violenza dei gruppi terroristici, Israele ha l’obbligo di trovare un accordo con i leader più moderati e che rifiutano la violenza – sostiene l’ex rappresentante del giverno spagnolo – come nel caso del Presidente dell’Autorità nazionale palestinese”.
L’iniziativa dei tre paesi arriva dopo la rottura, in aprile, dei negoziati. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netayanhu, li ha interrotti a seguito della riconciliazione tra Hamas e Olp.
I palestinesi, dal canto loro, accusano Israele di incrementare la politica di espansione degli insediamenti ebraici in Cisgiordania e a Gerusalemme Est.
Sul fronte diplomatico, si muove anche la Lega araba, che ha dato mandato alla Giordania di presentare una proposta di risoluzione per uno stato palestinese “entro i confini del 1967”.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha accordato due anni fa, lo status di Stato osservatore alla Palestina. Una vittoria diplomatica, ma non definitiva, soprattutto di fronte al potere di veto degli Stati Uniti nel Consiglio di Sicurezza.