Naufragio Costa Concordia: Schettino davanti ai giudici di Grosseto

2014-12-02 2

Vicini alla costa anche per motivi commerciali”. Questa è tra le spiegazioni di Francesco Schettino sulla posizione della Costa Concordia, naufragata il 13 gennaio 2012 causando la morte di 32 persone. L’ex comandante ha raccontato la sua verità ai giudici del tribunale di Grosseto, quasi tre anni dopo l’incidente. La difesa:

“Non è un processo contro un delinquente o contro un assassino. E’ un proceso contro una persona per bene che è sempre stata tale, che ha sempre faticato e che ha scalato tutti i gradini. E’ accaduto un incidente. E’ un incidente marittimo come tanti altri”.

Costa Crociere ha evitato il processo pagando allo Stato una multa da un milione di euro. Schettino è accusato di naufragio, omicidio colposo plurimo e abbandono di nave in pericolo. Rischia oltre 20 anni di carcere. Il legale delle vittime:

“Oggi ci aspettiamo molto. Soprattutto che sia possibile ricorstruire le reali vere responsabilità della compagnia, della Costa”.

La Costa Concordia urtò uno scoglio vicino all’Isola del Giglio, a poco meno di cento metri dalla riva, seguendo una manovra di avvicinamento non autorizzata, il cosiddetto saluto o “inchino”. Il relitto è rimasto semi sommerso per oltre due anni. Le delicate operazioni di recupero sono terminate lo scorso 27 luglio.

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