I corpi di 36 minatori allineati l’uno di fianco all’altro nei pressi di Mandera, nel nordest del Kenya, testimoniano le nuove atrocità compiute dagli estremisti islamici di Al Shabaab.
L’attacco è stato rivendicato dal gruppo somalo che vuole punire il Kenya per essere intervenuto militarmente nel sud della Somalia, nel 2011, in una missione di sostegno al governo di Mogadiscio.
Ancora nei pressi di Mandera, la settimana scorsa, i miliziani di Al Shabaab avevano attaccato un autobus uccidendo 28 persone non musulmane.
A questa campagna di terrore, il presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta, ha offerto risposte insoddisfacenti, invitando i kenyani ad assumersi in prima persona la responsabilità per la gestione della sicurezza.
Parole che hanno scatenato critiche e proteste di piazza, nella capitale Nairobi: in molti, sollecitano le dimissioni del ministro dell’Interno e del capo della polizia, giudicati incapaci di affrontare la minaccia di Al Shabaab.